Un lavoro da traduttrice in un part-time verticale che la tiene inchiodata a Milano cinque mesi l’anno, mentre per i restanti mesi il suo mondo diventa un’amaca, una tenda, un ostello, una barca o la dimora di una famiglia che l’adotta, in Italia come all’estero. Ha deciso di raccontarci i suoi viaggi in una rubrica mensile “La Globetrotter”
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